SportFestival, 2ª giornata tra conferenze e divertimento
Dopo la cerimonia ufficiale di venerdì sera lo SportFestival prosegue a ritmi serrati. Le centinaia di ragazzi portati dalle diverse federazioni sportive hanno giocato senza interruzioni per tutta la giornata, sperimentando diverse discipline, correndo e saltando sul campo del centro sportivo Le Fontanelle. Una vera emozione vedere tanti ragazzi, entusiasti e sorridenti, giocare per tutta la giornata, trovarsi ad avere a che fare con sport non di tutti i giorni, come, ad esempio, il tiro con l’arco, il ping pong o l’hockey su prato. Vicino a loro tanti campioni che, dopo le interviste di rito con tv, radio e quotidiani, hanno a loro volta giocato e provato discipline nuove. Tra i tanti citiamo Renato Travaglia, Thomas Degasperi, Karen Putzer e Elisa Zanei. Il tutto sotto gli occhi dell’assessore Iva Berasi che, dopo essersi sottoposta ai test del Cebism, ha seguito da vicino i campioncini del futuro per tutta la giornata.
Durante la giornata si sono svolte due interessanti conferenze con ospiti d’eccezione che hanno lanciato molti spunti di riflessione (di seguito i due comunicati specifici).
In serata l’assessore allo sport Iva Berasi ha premiato squadre ed atleti per i traguardi raggiunti durante la stagione appena conclusa.
Hanno preso il via anche i Giochi Trentini. Nel corso della giornata la piazza di Predazzo ha ospitato le varie rappresentative che si sono sfidate in cinque diversi giochi. Con il sorriso sulle labbra – anche se la voglia di vincere, in fin dei conti, c’è sempre – le squadre si sono divertite ed hanno dato spettacolo, affrontandosi in un quiz e in attività legate alla velocità, alla forza, alla cooperazione ed alla creatività. Quest’ultima, in particolare, non è certo mancata: con materiali inusuali – gomma piuma, carta crespa, brandelli di stoffa – i diversi team hanno confezionato degli abiti (il tema era “il pattinaggio artistico”), mostrando grande fantasia ed una vena artistica non comune. Dopo la prima giornata a guidare la classifica sono i padroni di casa della Val di Fiemme, seguiti da Trento. Domenica sono in programma altri cinque giochi per designare la vincitrice del secondo Palio dell’Aquila.
CONFERENZA "PERCHE' NELLO SPORT IL GRUPPO FA LA DIFFERENZA?"
Primo momento di dibattito, quest'oggi, allo SportFestival di Predazzo. Dove il giornalista Luigi Longhi ha chiamato al confronto - e si è trattato di un civile dialogo, come sempre dovrebbe essere nelle cose dello sport - ospiti di grande spessore attorno ad un tema importante: quanto il gruppo può essere importante per il raggiungimento degli obiettivi sportivi. Protagonisti Bruno Bagnoli (allenatore del volley, ha legato il suo nome ai primi anni dell'Itas Diatec Trentino in serie A), Marco Bollesan (grande rugbista, autentico monumento di uno sport che anche grazie a lui è oggi amato e rispettato sempre più), Luca Piazzi (direttore sportivo del Mezzocorona calcio), Massimo Dalfovo (ex nazionale di pallavolo, cento volte azzurro, poi dirigente in Trentino tanto nel volley che nel calcio).
Molti gli spunti emersi a confermare l'importanza di momenti di dibattito slegati dalla stretta contingenza dell'attualità, per scavare invece più in profondità su temi assai delicati: educazione, correttezza, comportamenti, regole. Per la verità un riferimento all'attualità, quella calcistica, c'è stato quando è stato chiesto agli ospiti un parere su Cassano, il fuoriclasse del calcio tanto genio quanto sregolatezza. Drastico il commento di Bollesan, che è genovese e che conosce il campione della Sampdoria: "Cassano non potrebbe essere un giocatore di rugby. Certi comportamenti poco rispettosi e poco educativi non possono essere tollerati da chi, come me, mette al primo posto il gruppo. Perché una squadra vale se vale il gruppo. I ragazzi devono vivere nel gruppo. Alcuni diventeranno campioni - 1 su 100, se va bene -, ma gli altri dovranno essere uomini. Si può non diventare campioni, ma i comportamenti davvero sportivi devono restare nella vita di tutti i giorni. Il rispetto e la fatica di chi fa gruppo nello sport devono servire per vivere nel gruppo più grande della vita. Per me il rugby è stato componente fondamentale della mia vita. Il nostro terzo tempo? Se non ci fosse stato, io non avrei passato una vita in campo a scontrarmi, lealmente ma duramente, con gli avversari. Proprio il terzo tempo, che non è solo una stretta di mano, ma dividere con gli avversari un pasto, incontrarli per alcune ore, brindare con loro, conoscere altre culture e altre sensibilità, mi ha dato molto. Il rugby mi ha insegnato la convivenza con gli avversari e il modo di rapportarmi con culture diverse dalla mia. Ho imparato tanto, ho imparato l'attenzione verso gli altri".
Bruno Bagnoli. "Le motivazioni sono fondamentali per chi fa sport. E le regole devono essere uguali per tutti. Certo, se un giocatore fa la differenza si possono accettare deroghe, ma non devono essere vissute come privilegi. Come si motiva un giocatore che ha già vinto tanto? A volte è più semplice che non motivare chi non ha mai vinto. Chi ha già vinto ha un appetito che non finisce mai. Quel che è importante è sapere che una persona, un atleta, non cambia, che vinca o che perda.
Importano l'impegno e la serietà con cui ci si prepara. Allo sport e alla vita. Dove si può vincere e si può perdere. Certo, oggi lo strapotere economico del calcio, le opportunità che offre, sono un rischio continuo per molti giovani".
Luca Piazzi. "La strada che noi abbiamo percorso è quella di offrire motivazioni a calciatori che uscivano da una esperienza difficile, da una annata particolare. Certo, quando gestisci 25, 30 giocatori, puoi anche fare degli errori. Io sono molto soddisfatto soprattutto di una cosa: quando si riesce a reagire nei momenti difficili. Allora vuol dire che si è seminato bene. Guai quando si cercano solo gli alibi".
Massimo Dalfovo. "Certo, ci sono le cicatrici nel cuore e nel corpo quando manchi di poco una vittoria. Io ho mancato uno scudetto, con la Panini Modena, dopo essere stato in testa al campionato un anno intero. Però dobbiamo fare in modo che la sconfitta faccia parte della nostra vita. Lo sport a questo deve servire: aiutarci a superare le difficoltà".
Al termine del dibattito, una possibile conclusione: il gruppo nello sport fa centro quando trasmette entusiasmo e passione al di là del risultato. Parola di campioni, ex campioni e allenatori che dello sport a misura d'uomo hanno fatto una bandiera. E' il caso di Marco Bollesan: che ha deciso di rispettare l'impegno ad essere presente a Predazzo malgrado un doloroso infortunio al piede occorsogli qualche giorno fa in Liguria. Da buon rugbista prima ha detto la sua e ha dato lezione di onestà e "cuore grande", poi ha pensato all'eventuale ingessatura.
CONFERENZA "MARKETING E SPORT"
L’evoluzione sociale ed economica del mondo in cui viviamo. L’importanza e la difficoltà nel raccogliere e poi mantenere delle sponsorizzazioni. La veicolazione di un marchio attraverso atleti o squadre. E ancora, i rapporti tra aziende e società sportive. Questi sono solo alcuni degli argomenti dibattuti nel corso della conferenza pomeridiana dello SportFestival di Predazzo. L’assessore allo sport della Provincia autonoma di Trento Iva Berasi, il presidente della Diatec, della Trentino Volley e della Lega Volley Diego Mosna ed il direttore dell’Apt di Fiemme Bruno Felicetti, con Davide Gabrielli nei panni di moderatore, hanno dato vita ad un interessante chiacchierata con spunti e riflessioni di sicuro interesse, soprattutto rivolte a coloro – in particolare i dirigenti – che lavorano all’interno delle società sportive. Società che devono convivere quotidianamente con problemi, molto spesso legati al bilancio e di conseguenza al marketing.
Dall’ora di conferenza sono emerse problematiche, necessità e idee, considerando che marketing e sport camminano sempre più a braccetto. Il prodotto sport è interessante e appetibile, bisogna tuttavia far fronte a dinamiche economiche e sociali in continua evoluzione, difficili da individuare e, soprattutto, da risolvere. L’assessore Iva Berasi ha dato il via al dibattito, soffermandosi soprattutto nell’aspetto e nei risvolti sociali che ha il marketing sportivo. «Investire nello sport significa investire in qualità sociale. Le opportunità ed i ritorni che un’azienda può avere da una sponsorizzazione sono molti, certo che il progetto che supportano deve essere interessante e strutturato. Credo si possa parlare del prodotto sport su due diversi livelli: investimenti nello sport trentino per il Trentino, e quindi società più piccole, che ha l’obiettivo di creare cultura sportiva nella comunità. Poi il discorso si sposta sull’utilizzo dello sport per promuovere un territorio. Ed in questo secondo caso, con orgoglio, possiamo dire di avere campioni e squadre che rappresentano perfettamente la nostra provincia e tengono altissimo il nome del Trentino nel mondo».
Lo scudettato presidente Diego Mosna ha esordito parlando dei grandi numeri che il mondo della pallavolo riesce ad avere («per fare un esempio, ogni anno il volley ha 2.000 ore di visibilità televisiva») per poi soffermarsi sulla differenza tra gestire una società ed un’azienda. «Non è possibile gestire una società come un’azienda: la differenza principale è che in magazzino nel primo caso tengo del capitale umano, mentre nel secondo ho rotoli ed imballaggi. Ovviamente le due cose vanno trattate in maniera diversa. Ci sono anche dei punti di contatto: in entrambi i casi, infatti, è fondamentale una corretta amministrazione o applicare un buon progetto di marketing».
Bruno Felicetti ha parlato, tra le altre cose, dei mondiali che la “sua” Val di Fiemme ospiterà nel 2013. «Lo sport è uno straordinario veicolo di promozione del territorio: per la rassegna iridata che ospiteremo vogliamo mettere al centro la qualità della vita. Migliorare i servizi sarà utile sia per chi risiede in valle sia per i turisti che arriveranno nei prossimi anni. Per quanto riguarda le società sportive credo sia necessario riuscire a professionalizzare sempre più le figure che vi lavorano. Lo sport deve poi stare in guardia contro una minaccia concreta, ovvero l’esasperazione che porta alcuni atleti a cercare delle scorciatoie per raggiungere il risultato».
Una ricetta assoluta, sicura e vincente non è stata data – ammesso che esista – ma certamente sono stati molti gli argomenti interessanti toccati. «L’unione fa la forza», ha detto Iva Berasi, ovvero mettere insieme ed ottimizzare le risorse umane per poter dare un servizio migliore. Un po’ quello che si propone di fare Trentino Sport Network, un’associazione delle associazioni sportive che propone soluzioni per far crescere sempre più il mondo dello sport e le persone che lo vivono quotidianamente.