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A2 Femminile

Inizia questo pomeriggio la preparazione dell'Itas Trentino

Prenderà il via questo pomeriggio la seconda stagione consecutiva della Trentino Volley femminile in serie A2, la terza in questa categoria da quando il club di via Brennero ha rilevato il diritto sportivo della Trentino Rosa. Lo staff e le giocatrici ieri si sono trovati all’Hotel Montana, quartier generale del Big Camp, per un primo incontro, mentre la preparazione prenderà il via oggi pomeriggio alle 15 dopo l’incontro con la stampa. Non avendo nelle proprie file alcuna giocatrice impegnata con le nazionali che a breve daranno vita ai Mondiali, la squadra è al completo, guidata da Alessandro Beltrami, il quinto allenatore transitato sulla panchina gialloblù in cinque stagioni, dopo Stefano Saja, Marco Sinibaldi, Davide Mazzanti e dopo l’interregno del confermato (come vice) Michele Parusso.

Il nuovo gruppo al completo al Montana (foto Trentino Volley)
Il nuovo gruppo al completo al Montana (foto Trentino Volley)

Si tratta dell’ultima in cui il secondo torneo nazionale accoglie un numero così grande di formazioni, ovvero 19 (ma avrebbero dovuto essere 20), un bacino troppo grande per garantire qualità al campionato. Inoltre i costi, la struttura societaria e l’impianto di gioco richiesti per potervi prendere parte danno vita ad un mix non sostenibile per moltissime società che acquisiscono il diritto sportivo vincendo i playoff di B1 e poi rinunciano alla categoria, come hanno fatto poche settimane fa Villa Cortese e Bologna (due su quattro). A questi forfait si sono aggiunti quelli di ben quattro club che si erano salvati, quali Cremona, Olbia, Castelfranco e Lecco, portando quindi il totale a sei defezioni. Un numero a dir poco allarmante, che suggerisce di archiviare questa formula varata nella stagione 2018-2019, quindi dopo otto stagioni. Verrà sostituita da uno sdoppiamento “gerarchico” in una A2 e una nuova A3, entrambe a 16 squadre.
Una soluzione che rischia di non risolvere nulla, dato che la creazione di un campionato fotocopia, che richiede gli stessi impegni di una serie A2 offrendo ancora meno visibilità alle società che lo affrontano, non lo rende affatto più accessibile, oltre al fatto che se dovesse raccogliere effettivamente 16 squadre andrà a depauperare non poco la serie B1, rendendola sempre più simile ad una B2 di alto livello. La quale, a sua volta, ridotta a quinta categoria nazionale, perderà ulteriormente valore, diventando una sorta di Serie C interregionale.

Autore
Andrea Cobbe
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