Cricket: Genoa ko, è splendido bis tricolore per il Trentino
L’appuntamento è con la storia. Alle Ghiaie arriva la società più antica e ricca di tradizione dello sport italiano e il Trentino si laurea campione d’Italia per la seconda volta consecutiva. Un successo che non ha più il sapore forte e intenso della grande impresa, assaporato solo un anno fa, ma il gusto pieno e maturo che hanno soltanto i risultati costruiti con un progetto solido e concreto, che ha saputo rafforzarsi con il tempo, attraverso quella volontà ostinata e caparbia che nelle ultime stagioni ha spinto la società trentina a fare di necessità virtù, ad investire con convinzione su settore giovanile e integrazione. Risorse essenziali per pensare al futuro di questa disciplina, tenacemente aggrappata alle sue tradizioni eppure in continua, inarrestabile evoluzione, prossima a fare il suo ingresso ai Giochi Olimpici. I risultati hanno premiato le scelte, quarto posto nel 2009, terzo nel 2010, anno nel quale l’under 19 ha conquistato uno scudetto di categoria carico di promesse future. Molti dei ragazzi che oggi vestono la maglia gialloblù sono i figli di un Trentino nuovo, alcuni italianissimi a tutti gli effetti, come nel caso dei fratelli Asghar, il più giovane Waqas, tre estati fa ha conquistato con la nazionale azzurra uno storico titolo europeo under 15, quest’anno è tornato giusto in tempo per dare il suo contributo dopo aver sfruttato una borsa di studio per fare tanta bella esperienza in Inghilterra, patria indiscussa di questo sport. La maggior parte parla un misto di urdu e di trentino e arriva da città assolate del Pakistan, come Gujarat, Rawalpindi o Lahore, dove il cricket non è semplicemente un gioco ma una religione. Gli innesti sono stati pochi ma azzeccatissimi, un anno fa sono stati ingaggiati dai Lions Brescia il 28enne Mohammed Rizwan, battitore di straordinarie qualità, e il 37enne Attieq Anwar. Altro elemento di origine pakistana, un talento fuori dal comune e tanta esperienza ad alto livello. Attieq è arrivato in Trentino solo due anni fa, da Sialkot, città del Punjab ai confini con l’India, dove aveva cominciato a giocare nella stessa squadra dell’attuale capitano della nazionale pakistana Shoaib Malik, zone di guerra, di conflitti drammatici e irrisolti. Ottenuto un permesso per motivi umanitari Anwar è stato subito acchiappato dal Trentino Cricket, qui ha trovato un ambiente ideale per mettere in bella mostra le immense qualità. Il blocco della squadra campione d’Italia è stato confermato in blocco, e irrobustito con un solo innesto, quello particolarmente indovinato di Mohammad Imran, anche lui ex Lions Brescia, lanciatore dalla velocità devastante. Ma i successi del Trentino portano anche un’altra firma quella del discusso Alaud Din, uno dei leader della nazionale azzurra, pienamente recuperato dopo qualche stagione tormentata da incomprensioni e malanni fisici. Attorno al carisma di Alaud si è compattato il giovanissimo gruppo trentino, una squadra affiatata e determinata che ha saputo assorbire senza troppi traumi l’unico passaggio a vuoto accusato in un campionato dominato con un piglio estremamente autorevole. Le due uniche sconfitte maturate con Pianoro e Bologna, non hanno segnato lo spogliatoio, il Trentino ha recuperato giusto in tempo fiducia e sicurezza per piazzare l’allungo decisivo a due turni dal termine dalla conclusione della stagione regolare. E con il Genoa nessuno ha tradito, tutti hanno dato il massimo: “Ci tenevamo troppo a questo secondo scudetto – spiega lo skipper gialloblù Alaud Din, che ha guidato in maniera impeccabile i compagni anche nella sfida con i rossoblu liguri.
LA PARTITA. Nessuna esitazione, nessuna incertezza davanti al traguardo più atteso. Il Trentino Cricket non tradisce nel momento della verità spazzando via insieme al Genoa anche gli ultimi dubbi che lo separavano dal suo secondo straordinario scudetto, un anno esatto dopo il primo trionfo. Un titolo annunciato, perché se quello del 2011 poteva considerarsi un successo quasi imprevedibile, maturato con un clamoroso exploit nei play off, questo ha un rilievo e un significato ben diversi e arriva al termine di una stagione dominata quasi ininterrottamente, dalla prima all’ultima partita, con convinzione e grande personalità. Per festeggiare serviva una vittoria con il Genoa, una squadra che poteva spaventare i trentini solo con il suo blasone ricco di storia, non certo con il suo modesto spessore, e la vittoria è arrivata insieme ad una prestazione maiuscola sotto tutti i punti di vista. Una gara facile solo all’apparenza, interpretata con la massima concentrazione dai gialloblù che hanno aperto il confronto in battuta, giocando senza fretta e con molto giudizio. Almeno sino alla partnership felice tra due giocatori di grande solidità e talento come Mohammed Rizwan, autore di un sontuoso inning da 70 punti, e di Fida Hussain, capace di mettere a segno a sua volta 56 punti, il connubio che cambiava brutalmente volto alla sfida consentendo al Trentino di spingere con decisione il piede sull’acceleratore e di prendere il largo nel tabellone. L’ingresso di Mudashar Yljas (40 punti) puntellava a dovere la fase d’attacco trentina che con una buona prova corale riusciva ad issarsi a quota 283. Una montagna impervia da scalare per i genoani, fiaccati dalle quasi tre ore trascorse sotto il torrido sole delle Ghiaie. A frustrare le timide velleità ospiti provvedevano in ogni caso la precisione e la velocità al lancio di Alaud Din (4 eliminazioni) e Imran (3 out) che demolivano quasi da soli l’inning battitorio dei grifoni. L’orgoglio dei giovani Rodrigo e Sachin consentiva ai rossoblù di restare comunque in campo tenacemente sino allo scoccare della sesta ora di gioco ma non evitava una sconfitta netta nel punteggio quanto nella sostanza. Una festa ritardata ma non per questo meno bella.
TRENTINO – GENOA 283 – 86
TRENTINO: Alaud; Fida; Bhatti; Anwar; Waqas Asghar; Rizwan; Yljas; Imran; Ahmed; Naveed; Khan; Waseem Asghar.