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Mauro Tomasi e la sua «Zurich Maratò de Barcelona»

Gara da standing ovation per Mauro Tomasi a Barcellona. Il quarantacinquenne atleta, nato ad Ala, ma residente a Riva, ha gareggiato nella Zurich Marató de Barcelona. Allo start oltre 18 mila partecipanti. Per la prima volta, il maratoneta trentino ha gareggiato all’estero, ottenendo uno straordinario risultato con il passaggio sotto lo striscione d’arrivo dopo 5 ore 40’45”. Già, ma è d’obbligo sottolineare la storia di Tomasi. Nel 2000 fu vittima di un tremendo incidente in moto sul Lago di Garda nei pressi di Malcesine. Da allora è in carrozzina, paralizzato dalla cinta in giù ed ha perso anche l’uso del braccio sinistro. Per esattezza è un triplegico. Tradotto, spinge la sua carrozzina, a 2 volani spingi ruote sullo stesso lato, con solo il braccio destro. Ha iniziato la carriera nel 2012 alla Limone – Malcesine. Da allora ha gareggiato in dodici competizioni. I filmati delle sue incredibili imprese sono visibili su YouTube, mentre tutte le notizie del campione trentino sono reperibili su www.maurotomasi.it.

Dice Mauro della trasferta spagnola: «Gli organizzatori, dopo aver visto i miei video e compreso le mie motivazioni, gratuitamente, hanno accettato l’iscrizione per me ed il mio accompagnatore Luigi Nave, autorizzato a seguirmi in bici. Sono venuti a prenderci all'aeroporto di Barcellona portandoci fino all'hotel».
«I primi 3 chilometri di gara erano in discesa, poi un continuo saliscendi per altri 17. Quindi un passaggio lungo mare di altri 3.000 metri con vento a sfavore. Scorrevole fino al 32° chilometro, per poi affrontare altre salite e discese. Il finale era in salita, ma non poteva fermarmi più nessuno. Lo speaker ed il pubblico m’incitavano. “Animo, campeón”. Sento queste parole ancora adesso. Fantastico».
«Dedico questa impresa a coloro che stanno attraversando momenti di sconforto e fasi negative della vita e cercano il perché. Succede e basta. Non si risolve nulla a rimuginare, ma bisogna rimettersi in gioco. Spero vivamente che vedendo quello che riesco a fare io, possano trovare la forza per rialzarsi. La vita è troppo corta per essere sprecata a piangersi addosso».

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